L’Accolito gridi la Misericordia di Dio
Mercoledì 11 maggio nella Chiesa dedicata ai Dodici Apostoli della Domus Galilaeae S. E. mons. Giacinto Boulos Marcuzzo, vescovo vicario del Patriarcato Latino per Israele, ha istituito accolito il seminarista spagnolo Miguel Pérez Jiménez, del Seminario Redemptoris Mater della Galilea.
La celebrazione eucaristica si è svolta in un clima di calda accoglienza da parte dei pervenuti verso mons. Marcuzzo, ormai di casa negli ambienti del Redemptoris Mater di Galilea, in quanto interprete, già da anni, di un rapporto con seminaristi e formatori, che supera il semplice compito istituzionale di vescovo territoriale ed essendo divenuto poco a poco un punto di riferimento spirituale e una guida sempre presente nelle occasioni di rilievo per la vita del seminario.
Tra i presenti all’evento anche alcuni presbiteri del Patriarcato Latino, alcuni parenti del candidato venuti da Murcia, sua città natale e la comunità della parrocchia latina di Jaffa di Nazaret, dove Miguel Pérez Jiménez riceve una formazione permanente alla fede nel Cammino Neocatecumenale.
Nell’omelia mons. Giacinto Boulos si è soffermato inizialmente sul brano della I Lettura, che riporta il Testamento Pastorale di S. Paolo (At 20,28-38), consigliando ai presenti di meditarlo profondamente, per poi soffermarsi sul valore del ministero dell’Accolitato per la Chiesa. A questo proposito il vescovo ha sottolineato dapprima la corrispondenza tra il Vangelo del giorno, che ha caratterizzato la celebrazione e la cerimonia in atto, per poi affermare che «non è possibile parlare dell’Accolitato e di questo Vangelo senza riportarli al tempo liturgico che stiamo vivendo, che è quello pasquale: Cristo è vivo! Cristo è risorto! Il luogo più santo per noi è un sepolcro vuoto! E se accolito vuol dire “servo”, il suo servizio precipuo è proprio quello gridare questa verità».
Dopo aver chiarito il ruolo dell’Accolito nella Chiesa il vescovo ha poi sottolineato la coincidenza di questa celebrazione con l’Anno della Divina Misericordia, sottolineando però il rischio di parlare in modo superficiale della misericordia, che è verità teologica essenziale. Essa, secondo il vicario patriarcale, deve essere affrontata infatti tenendo presente soprattutto che «Dio è tutto e io non sono nulla. Tutto viene da Dio e tutto ciò che ho è da Dio. Siamo pertanto chiamati a vedere tutta la nostra esistenza in quest’ottica: tutto è grazia della Misericordia Divina». «Non dimenticarti dunque», ha continuato mons. Marcuzzo, rivolto al neo accolito, «per tutta la vita ricordati di essere stato istituito accolito nell’anno della Divina Misericordia: grida la misericordia! Dio è misericordia, tutto è misericordia, io sono frutto della misericordia, tutto ciò che faccio è Dio che lo fa, se no io non sarei nulla».
A tale invito ad una sincerità sulla propria realtà e su quella di Dio, ha fatto eco la meditazione di S. E. sul versetto evangelico: «consacrali nella verità» (Gv 17,17), in relazione al quale il prelato ha evidenziato come i tempi odierni siano spesso caratterizzati dalla menzogna, in cui il demonio, padre della menzogna, sfrutta tutte le occasioni per dividere i fedeli nella Chiesa. A questo proposito mons. Marcuzzo ha poi proposto una breve sintesi filosofico- teologica sul concetto di verità, partendo da alcuni testi apocrifi, per poi continuare con alcune citazioni patristiche e di celebri filosofi, concludendo infine con l’affermazione che «per noi la verità non è un’idea accademica e astratta, ma una persona, Nostro Signore Cristo, via, verità e vita». «Non è possibile però ricercare la verità», ha aggiunto il vicario patriarcale, «senza accettare di potersi sbagliare», evenienza che però non diminuisce la necessità di compiere un personale cammino di riflessione interiore alla ricerca della verità, senza cedere alla tentazione di assumere passivamente quanto ci viene detto esternamente, in quanto «la verità non è solo frutto della morale o della politica, la verità non è in quello che dice la gente! La verità, come dice S. Agostino, è dentro di te».
Al termine della meditazione poi mons. Marcuzzo ha augurato a Miguel di compiere questo cammino di sincera ricerca e riscoperta continua della verità, indicandolo come itinerario non solo formativo e culturale, ma anche di fede e di vita spirituale.
Infine, prima della benedizione finale, S. E. ha invitato i presenti alle prossime ordinazioni presbiterali della diocesi, fissate per il mese di giugno, quando diventeranno presbiteri un diacono del Seminario Redemptoris Mater della Galilea e due di quello di Bet Jala e per concludere il vescovo ha chiesto preghiere per il cinquantesimo anniversario dell’ordinazione presbiterale del Patriarca Fouad Twal, che sarà celebrato la settimana prossima a Gerusalemme.
L’ultimo pensiero della celebrazione è stato poi l’auspicio di una pronta soluzione per la pace e la riconciliazione tra i popoli palestinese e israeliano, nella cornice della festa dell’Indipendenza, che si celebra in questi giorni, affinché si possano porre in atto risoluzioni improntate alla convivenza e al bene di tutti.
d.Paolo Alfieri