IL SIGNORE VI HA ASPETTATO QUI SU QUESTA MONTAGNA

Giovanni Paolo II, 24/03/2000

Notizie dai presbiteri del Seminario: Eilat

Cambia il Parroco della parrocchia di Eilat

Fonte: Patriarcato Latino di Gerusalemme (www.lpj.org)

Eilatcuré

EILAT- Sabato sera 23 agosto 2014, il vescovo mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo ha presieduto, presso il centro-casa del parroco ad Eilat, una concelebrazione durante la quale ha presentato alla comunità riunita per la Messa settimanale, il nuovo sacerdote: p. Carlos Ceballos Medina che sostituisce p. Slawomir Abramowski. 

All’inizio della Messa si è svolto un piccolo rituale simbolico del passaggio delle consegne: i Vangeli, la chiave del Tabernacolo, la stola. P. Slawomir Abramowski, dopo aver ricoperto questa responsabilità per gli ultimi sei anni, è tornato nella diocesi di Varsavia, chiamato dal suo Arcivescovo, per ricevere l’incarico di una nuova grande parrocchia (60.000 abitanti), nella periferia della capitale polacca.

Durante la Messa, celebrata nel cortile, alla quale hanno partecipato circa 120 persone, un giovane di 27 anni, di origine ucraina, è stato battezzato, confermato e ha ricevuto la Prima Comunione, un giovane che, da lungo tempo, p. Slawomir preparava ad entrare nella Chiesa.

Sempre nel corso della celebrazione, il Vescovo ha benedetto una nuova grande icona raffigurante la Trasfigurazione con i due profeti Mosè ed Elia, patroni della parrocchia di Eilat. L’icona è una copia polacca, 4×2 metri, del lavoro originale di Kiko Arguello, fondatore del Cammino Neocatecumenale, al quale i sacerdoti Slawomir e Carlos appartengono. L’incontro della comunità, felice e vivo, si è concluso con un’agape fraterna.

P. Abramowski, parroco di Eilat dal 2008, secondo la formula del Fidei donum, ha vissuto in Terra Santa per 12 anni. Per sei ha servito la comunità cattolica di lingua ebraica a Qehila. Ad Eilat, p. Abramowski, che ha 49 anni e parla polacco, russo, ebraico, inglese e italiano, ha servito con grande merito la sua comunità. Per il clima particolarmente caldo di questa città del Mar Rosso (abbiamo celebrato la Messa, infatti, sotto 46 gradi), e per la varietà culturale dei cristiani che la compongono: israeliani (di lingua ebraica e araba), filippini, cingalesi, indiani, sudanesi, eritrei, russi, messicani, cileni, oltre ai pellegrini e turisti europei e americani, il lavoro pastorale si presenta particolarmente complesso e impegnativo. P. Abramowski ha compiuto il suo mandato con zelo e spirito missionario, assistito da alcuni volontari e seminaristi della Redemptoris Mater della Galilea. Il vescovo Marcuzzo lo ha calorosamente ringraziato a nome del Patriarca mons. Fouad Twal, e gli ha augurato un fecondo ministero nella nuova parrocchia che lo attende in Polonia.

Carlos Ceballos Medina, boliviano di 33 anni, è uno dei primi frutti del Redemptoris Mater della Galilea. Egli, incardinato nel Patriarcato latino di Gerusalemme, è stato ordinato sacerdote nel 2013 e ha servito per quest’anno, come vicario parrocchiale, nella grande parrocchia di Swefieh ad Amman, lavorando soprattutto con i giovani e gli immigrati stranieri. A detta dei suoi amici, è stato un sacerdote che ha dato testimonianza di amore verso tutti i fedeli, senza distinzione e differenze, con cuore e generosità, adempiendo senza condizioni il loro servizio pastorale. È esattamente ciò, del resto, che il Vicario patriarcale desiderava dire di lui, presentandolo alla Comunità. Oltre allo spagnolo, la sua madrelingua, parla l’italiano, l’inglese, l’arabo e l’ebraico. Lingue che possono tornare utili nel servizio pastorale che il Patriarca gli ha affidato ad Eilat che, come si diceva, è una variegata comunità. Egli sarà supportato anche da volontari, e soprattutto al momento dal seminarista Juan Manuel Gonzales, della Repubblica dominicana, che sta lavorando con attenzione alla vita della comunità.

Durante il suo soggiorno ad Eilat, il vescovo Marcuzzo ha visitato le famiglie della Galilea, ha benedetto le loro case, ha visitato il cimitero cristiano, e ha trascorso con i sacerdoti dei momenti di riflessione sull’evoluzione della comunità cristiana e quindi sul lavoro pastorale, perché la comunità è in continua evoluzione: alcuni arrivano e altri lasciano. Accompagnati da due sacerdoti e dal sig. Marwan Noufi, il Vicario ha adempiuto ad un appuntamento molto importante con il sindaco della città, il sig. Meir Halevi, per rilanciare la possibilità che lo Stato riservi un terreno per il Patriarcato latino di Gerusalemme perché venga costruito un centro adeguato alla Comunità cristiana di Eilat. L’idea, fino ad ora respinta, ha trovato questa volta il sindaco più possibilista e ottimista, nell’affermare che un’azione del genere potrebbe avere uno sbocco positivo se presentata con motivazioni bibliche, storiche e turistiche.

www.lpj.org Testo dal nostro inviato nel sud. Foto di J.F.

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