GALILEA – Venerdì 15 febbraio 2019, nella Chiesa dei dodici Apostoli e settantadue Discepoli della Domus Galilaeae, sul monte delle Beatitudini, il Vicario patriarcale per Israele Rev. P. Hanna Kildani ha presieduto la cerimonia dell’admissio ad ordines di cinque seminaristi del Seminario Missionario Redemptoris Mater della Galilea: Giovanni Bovi, David Sotgiu, Kacper Jurczyk, Michel El Khouri, Pedro Figueroa.
Erano presenti all’evento alcuni parenti dei candidati, le comunità neocatecumenali nelle quali i candidati completano la loro formazione cristiana permanente, l’équipe dei responsabili del Cammino Neocatecumenale in Israele, Giordania, Palestina, Cipro ed Emirati Arabi, seminaristi, formatori, fratelli in missione.
La celebrazione è stata introdotta da una breve presentazione di don Rino Rossi, direttore della Domus Galilaeae che, di ritorno dall’incontro con il Papa avvenuto a Panama nei giorni scorsi, e alla successiva chiamata vocazionale fatta dal fondatore del Cammino Neocatecumenale Kiko Argüello, ha voluto esprimere la sua gratitudine al Signore per la generosità dimostrata da molti fratelli a offrire la propria vita per il sacerdozio e l’evangelizzazione. «Oggi – ha affermato don Rino – abbiamo la conferma di questo dono voluto dallo Spirito Santo, perché cinque ragazzi di questo seminario chiedono di essere ammessi ad ordines e già tredici seminaristi sono stati ordinati presbiteri e, presto, un altro lo diventerà a giugno».
Il Rettore del Seminario, don Francesco Giosuè Voltaggio, ha presentato al Vicario i cinque candidati e le varie realtà presenti nell’assemblea, sottolineando il ruolo importante che le famiglie e le comunità hanno avuto nella formazione dei cinque giovani.
Durante l’Eucaristia, P. Hanna Kildani, al momento dell’omelia, ha rivolto toccanti parole ai cinque seminaristi e a tutti i fedeli, dicendo che ciascuno, prima ancora della creazione, è stato pensato e amato dal Signore. Per aderire al progetto che Dio ha pensato per ognuno, ha evidenziato P. Hanna, occorre un percorso formativo durante il quale diventa possibile accettare la sua chiamata, come ha fatto la S. Vergine Maria pronunciando il suo «sì» alla volontà del Padre (Lc 1,26-38). Occorre anche avere il coraggio di Pietro che disse, nonostante la sua debolezza, di essere pronto a dare la sua vita per il Signore (Gv 13,37) e a non avere paura come invece il giovane ricco ebbe di fronte all’invito a seguirlo (Mt 19,16-22). È necessario, inoltre, combattere per difendere la propria chiamata come Geremia (Ger 20) ed essere disponibili come Isaia (Is 5,6-8) e non temere di impiegare i talenti che Dio ha donato, senza nasconderli (Mt 25,14-30).
Citando la seconda lettera di S. Paolo a Timoteo (2Tim 2,13), il Vicario ha affermato che Dio è fedele e non nega se stesso a chi lo invoca; ha voluto così incoraggiare i presenti a offrire la propria vita a Dio, sicuri del suo aiuto.
Ha inoltre espresso la sua gratitudine al Signore per l’aiuto e il sostegno che le comunità neocatecumenali dei cinque seminaristi hanno dato alla loro formazione, contribuendo in tal modo alla vita della Chiesa.
Al termine della celebrazione si è svolta una grande festa con musiche e un ricco banchetto, preparato dai fratelli delle comunità: l’evento si è così concluso in un clima di grande allegria e condivisione.
Augusta Fiore